martedì 7 febbraio 2017

Giallorosso ebreo non è reato. Durenghello piange

ASSOLTI. Durenghello piange.

"Secondo le motivazioni della sentenza, le espressioni incriminate sono state ritenute confinabili all'ambito di una rivalità di tipo sportivo il cui intento era la mera derisione sportiva e non discriminatoria tale per cui le modalità di accostamento della parola ebreo a giallorosso non costituiscono alcun concreto pericolo di diffusione di un'idea di odio razziale e di superiorità etnica'".

Con questa motivazione due tifosi biancocelesti, Alessandro Pasquazzi e Fabrizio Pomponi, sorpresi nel 2013 in Curva Nord mentre intonavano il coro, sono stati prosciolti con la formula piena “perché il fatto non sussiste”. Decisione presa dal gip di Roma Ezio Damizia. I pm li avevano accusati di diffondere odio razziale.

Nella lettera la presidente Durenghello scrive: "Con grande inquietudine e preoccupazione vi scrivo in merito alla recente sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Roma, riportata tra l'altro da alcuni organi di stampa, sulla base della quale due tifosi denunciati per diffusione di odio razziale dopo aver intonato il triste e ricorrente coro 'giallorosso ebreo', sono stati prosciolti perché il fatto non sussiste".

"Si tratta indubbiamente di un precedente allarmante per la giustizia di questo Paese che, in sostanza, legittima l'utilizzo dell'aggettivo ebreo in forma dispregiativa e razzista e comunque come strumento di derisione durante gli eventi sportivi".

"È ineluttabile il rischio che deriverà da una acritica e passiva accettazione di questa linea di pensiero che verrà inevitabilmente assunta come discriminante rispetto a condotte che obiettivamente non meritano di trovare alcuno ingresso in qualunque contesto e ancor meno legittimazione. Le manifestazioni sportive diverrebbero altrimenti 'zone franche' dove esprimere in libertà commenti razzisti e antisemiti".

"Mi rivolgo quindi a voi con lo scopo di ribadire che in questo Paese gli antisemiti, unico aggettivo in grado di qualificare chi deride un tifoso avversario appellandolo 'ebreo', siano perseguiti e condannati e non ci sia spazio per alcuna ambiguità, soprattutto nelle aule dei nostri Tribunali".

"La nostra Costituzione e la Legge Mancino rappresentano due pilastri fondamentali del nostro sistema normativo dei quali, come cittadini italiani, primi tra tutti ad essere orgogliosi dei valori liberali e democratici  della nostra Nazione, sentiamo il bisogno di una corretta applicazione. Solo pochi giorni fa, durante il Giorno della Memoria, abbiamo ricordato come un crescente clima di antisemitismo nella società italiana, maturato anche nelle aule di giustizia, fu il preludio al dramma della Shoah".

"Per questa ragione è ancor più necessario intervenire per far sì che questa sentenza, che stentiamo a comprendere per la sua astratta devastante portata e le cui motivazioni attendiamo di leggere con interesse e allarme, non produca risultati nefasti soprattutto in prossimità di eventi sportivi carichi di rischi, tensioni e conflittualità".



  "Prima di avviare qualunque procedura attendiamo di leggere le motivazioni del giudice. In tutti i casi abbiamo chiesto di acquisirle". 
Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando, interpellato a margine di una cerimonia al Quirinale in merito all'appello rivolto a lui e al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini dalla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello a intervenire dopo la decisione del Gup sulla frase "giallorossi ebrei", pronunciata dai tifosi.


1 commento:

  1. LA durenghello mi e' caduta sul .......a volte anche loro perdono,che non ci sia un qualche segno di risveglio Italia no ? Confido nella divina provvidenza

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